Amleto Cataldi

Chi era: Scultore
Nato a: Napoli nel 1882 – Morto a:  Roma nel 1930

Nacque a Napoli nel 1882, figlio di una famiglia originaria di Castrocielo e Roccasecca, e fu un apprezzato scultore, molto conosciuto negli ambienti artistici romani.
E proprio a Roma, il giovane Amleto si trasferì per curare e migliorare la propria formazione artistica. Il suo esordio ufficiale avvenne nel 1907, quando vinse un premio alla rassegna degli amatori e cultori delle belle arti grazie alla realizzazione di un gruppo intitolato “L’ultimo gesto di Socrate”. Si conquistò così un’eccellente fama, che gli fece ottenere importanti commissioni. Molto apprezzati sono tuttora alcuni nudi femminili, armoniosi e garbati, come la fanciulla con anfora che orna una fontana a scogliera di Villa Borghese a Roma, sulla destra della Casina Valadier, o come la danzatrice velata del foyer del Teatro Politeama di Palermo. Sua è una delle quattro vittorie alate in bronzo delle testate del Ponte Vittorio Emanuele, sempre a Roma.

Altre sue opere importanti si trovano nel Villaggio Olimpico a Roma, dislocati nei vari parchi e giardini, dove si possono ammirare quattro gruppi scultorei realizzati negli anni ’20 del ‘900, nel pieno della sua maturità. Si tratta di sculture in bronzo di proporzioni gigantesche raffiguranti quattro gruppi di due atleti ciascuno in procinto di esprimere le loro categorie sportive: giocatori di pallone, podisti, pugilatori, lottatori.
Al 1925 risale il monumento a Luigi Podesta, nato a Genova nel 1837 e, trasferitosi a Montevideo, dove divenne un attivo imprenditore. La statua si trova nel cimitero del Buceo nella capitale uruguaiana e rappresenta una “Flora”, stante su di un semplice basamento, abbigliata all’antica e con una corona in mano: la figura rimanda alla rinascita dopo la morte ma è sicuramente più laica rispetto a iconografie di maggior diffusione cimiteriale.

Dello stesso anno è la statua bronzea del cardinale Alessandro Ferrari che guarda la facciata del Santuario della Beata Vergine del santo Rosario a Fontanellato (Parma).
Nel febbraio del 1926 Amleto Cataldi partecipò, insieme a molti altri artisti italiani, alla “Exhibition of Modern Italian Art” tenutasi a Brighton (Gran Bretagna), che, insieme ad altre mostre, costituì per l’Accademia d’Italia l’occasione di illustrare al mondo degli intellettuali i lavori e i progressi delle avanguardie italiane.

Sempre al 1926 risale il monumento ai caduti di Fossacesia (Chieti), gruppo bronzeo raffigurante una Vittoria alata che protegge due soldati, mentre sorreggono il corpo di un caduto. L’opera fu inaugurata alla presenza del Principe Ereditario Umberto di Savoia per ricordare gli oltre 80 giovani fossacesiani caduti in combattimento durante la Prima Guerra Mondiale ed oggi è dedicato ai caduti di tutte le guerre.
Nel 1928 gli venne commissionata la realizzazione del Monumento ai Caduti nella città di Foggia, inizialmente collocato in Piazza Umberto Giordano e posto ora in Piazzale Italia.

Nel marzo del 1929 gli fu affidato l’incarico di realizzare nel quartiere romano del Nomentano, tra Via Carlo Fea e Viale XXI Aprile, il monumento ai finanzieri caduti per la Patria durante la prima guerra mondiale, realizzato in blocchi di peperino di Viterbo e ornato da statue bronzee. Amleto Cataldi vinse il concorso bandito per l’occasione, superando artisti del calibro di Attilio Selva e Alfio Fallica. Il monumento venne terminato nel giugno del 1930 ed inaugurato l’8 dicembre di quell’anno.
Ancora del 1929 è il monumento a Luigi – meglio conosciuto come Giggi – Zanazzo, scrittore, poeta e studioso della cultura popolare romana. L’opera è stata apposta all’inizio di via dei Delfini, a fianco della chiesa di Santa Caterina dei Funari, sulla parete della casa in cui Luigi era venuto alla luce il 31 gennaio del 1860. Sotto al busto del poeta, affiancato da due putti nudi, si legge la dedica: “Al poeta Giggi Zanazzo / che dell’anima popolare romana / seppe esprimere il riso e la tenerezza / con accenti d’arte non perituri / i concittadini memori / XXXI GENNAIO MCMXXIX XVII E.F.”. Sulla destra, sono scolpiti dei versi di Zanazzo: “Da la loggetta / di casa mia m’affaccio / e guardo in giù / vedo la strada / vedo la piazzetta”.

Molte sue opere si trovano oggi presso alcune collezioni private, in Italia, in Francia e negli Usa. Amleto Cataldi si è spento a Roma nel 1930.

Bibliografia:
– Alessandro Venditti, “Amleto Cataldi, romano d’adozione”, Roma, 2008.
– Michele Santulli, “Amleto Cataldi”, Frosinone, 2010.

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