Patrica – La “Roverella”

Patrica: la “Roverella”

Si trova a Patrica la quercia più grande del Lazio. E’ la Roverella, una pianta alta 34 metri e con una circonferenza di 7 che si trova in località Casetta del Colle sulla cima di un poggio. L’associazione Internazionale di Dendrologia ha la finalità di conoscere e proteggere gli alberi più rari e alcuni suoi rappresentati, studiosi europei, nel 1998 hanno fatto tappa alla “Roverella” di Patrica.

Anche se su di essa non sono state effettuate le moderne prove di carotaggio, si stima che questa quercia abbia un’età tra i 500 e i 600 anni circa. Un esemplare dunque da proteggere. La Roverella, oltre ad essere la più grande del Lazio, è una delle più imponenti d’Italia. Essa, infatti, potrebbe essere dotata di maggior massa di legno, quella cioè che, messa sul piatto di una ipotetica bilancia, lo farebbe abbassare più di chiunque altra. Essa si erge, in nettissima evidenza, sulla cima di un poggio. Quand’è in pieno rigoglio fornisce quasi l’idea di una seconda collinetta a cavallo della prima.

La Roverella di Patrica  tra gli alberi monumentali del Lazio

L’enorme Roverella di Patrica è senza dubbio il più grande degli alberi monumentali del Lazio. La pianta “abita” in località Casetta del Colle, una modesta sub-collina a nord-est di Patrica. Essa si erge, in nettissima evidenza, sulla cima di un poggio. Quand’è in pieno rigoglio, fornisce quasi l’idea di una seconda collinetta a cavallo della prima. Quali siano le sue dimensioni lo si ricava anche da un’osservazione. Al suo fianco sorge una seconda quercia, inclinata su un fianco nella direzione opposta a quella della pianta maggiore; perfino il fusto flette ad appena due metri dal suolo.

Al cospetto della sorella maggiore sembra una quercia di comuni dimensioni, eppure la circonferenza del suo fusto è di 5,60 metri. Fra gli alberi presenti nella tenuta, si segnala un delizioso Bagolaro di m 3,60 di circonferenza accanto all’abitazione. Sempre vicino alla casa è da poco scomparso un grande Leccio di oltre 4 metri ci di circonferenza. Sopraffatto dall’età e dalle malattie è crollato al suolo in due riprese. Di esso resta solo la ceppaglia. Probabilmente la gigantesca Roverella nasconde una ricchissima aneddotica: noi purtroppo possiamo affidarci soltanto alle memorie dei coniugi Cristini che al momento della nostra prima visita abitavano ala casa attigua da oltre trenta anni. La grande Quercia apparteneva, da sempre a una famiglia nobile, i conti Spezza. Forse proprio a questo particolare si deve la sua sopravvivenza attraverso i secoli: essa potrebbe aver rappresentato una certa continuità nelle tradizioni di famiglia; non siamo, però, riusciti a stabilire alcun contatto diretto con l’ultima discendente, la Signora Anna Maria Spezza.

Circa la fama di cui gode il gigante, sono sufficienti le parole dei coniugi Cristini: “Se qui ci fosse un Santuario dove appare la madonna, non ci sarebbe un pellegrinaggio così affollato!” Qualche tempo fa arrivò perfino un tale dall’Australia che, trascorrendo alcune settimane di vacanza nei dintorni, si recò più volte a far visita alla Quercia, per il puro piacere di ammirarla. Quando riparti aveva le lacrime agli occhi, per il dispiacere di non poterla portare con sé. Dopo la pubblicazione di una sua superba foto nel più volte citato volume del Bortolotti, la fama della Quercia si diffuse sempre più, generando una folta schiera di adoratori. Fra questi c’era un industriale del settore laterizio, Luigi Marignani, di Frosinone. Si innamorò a tal punto della stupenda Quercia, che propose alla contessa dì acquistare tutto il podere e fu tale la sua insistenza che la proprietaria non poté dire di no.

Quanto il nuovo proprietario sia gelosamente innamorato della sua stupenda creatura è stato provato in occasione della visita di una delegazione dei più eminenti botanici d’Europa, avvenuta nella primavera del 1998, e organizzata dal direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Franco Tassi. In tale circostanza il Marignani si rese autore di una splendida accoglienza con ricca colazione offerta presso un ristorante della vicina strada d’accesso e con un complessino specializzato in musiche popolari in attesa sotto la capace chioma della pianta. Oggi fra i programmi del proprietario nei confronti della Quercia vi sono alcuni interventi dì “ringiovanimento” e di protezione dai parassiti e dagli effetti di calamità atmosferiche. Che la pianta ne abbia bisogno è valutabile dalla presenza di una foltissima colonia di felci che tappezzano la superficie superiore di tutti i rami del primo palco. La loro presenza sta a significare che la Quercia è diventata centro di un microcosmo di vita da essa dipendente come avviene per i “patriarchi della Natura”, una vita che, senza opportuni interventi, comincerà ad aggredire la Quercia fino alla dissoluzione finale.

È con vero dispiacere che ci si accomiata ogni volta dalla pianta, un dispiacere che si accompagna al desiderio di tornare a trovarla ancora. Sappiamo tuttavia che almeno, rispetto al già citato visitatore venuto dagli antipodi del mondo, noi non dobbiamo tornare in Australia. La grande Quercia di Patrica starà sempre li per chissà quanto tempo, a nostra disposizione ogni volta che vorremo tornare a trovarla e, ogni volta che lo faremo, ne sarà sempre valsa la pena.

Informazioni:
Dove si trova: Patrica (Fr) – Casetta del Colle
Nome: Roverella (Querques pubescens):

Caratteristiche:
• Circonfrenza: metri 7,35
• Altezza: metri 37
• Chioma: metri 38
• Età: anni 500/600

 

 

(Ultimo aggiornamento: 9 Luglio 2021)

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