La Chiesa di Sant’Antonio di Padova ad Arpino

La Chiesa di Sant’Antonio di Padova ad Arpino
La Chiesa di Sant’Antonio di Padova ad Arpino (Fr), ex San Nicola di Bari, risale alla seconda metà del secolo XIII, sorge su una necropoli romana, ed era dedicata a San Nicola di Bari. Con Bolla di Urbano IV del 1263 risale la restaurazione di una comunità francescana in detta Chiesa (Archivio di Stato Regio Decreto 14 novembre 1270). Nel 1654 la chiesa è danneggiata gravemente dal terremoto e verrà riconsacrata e dedicata al SS.mo Sacramento e a Sant’Antonio di Padova nel 1727. L’intera decorazione della navata e del presbiterio sono della scuola napoletana del 1700. La pala d’altare “La Gloria dell’Immacolata Concezione e Santi”, opera di Paolo Antonio Sperduti. I marmi degli altari sono opera del milanese Cristoforo Buzzolini (1762). Ai lati dell’altare due dipinti su tavola, scene di martirio, della Scuola del Cavalier D’Arpino che fungono da ante a due urne con i corpi delle sorelle vergini e martiri S.Colomba e S.Matilde. Inestimabile valore artistico il crocifisso processionale sec. XVIII opera di Michele Stoltz. Sotto l’altare maggiore è custodita l’urna con le reliquie di San Florido Martire. Ci sono 5 altari e degno di menzione è quello della Confraternita dei Tintori e Conciatori delle Pelli, con la statua lignea di Sant’Antonio di Padova del 1662. Nell’Oratorio della Confraternita di Sant’Antonio di Padova (istituita nel 1594), vi era un altare con il corpo di San Benedetto Martire, si possono ammirare diverse opere pittoriche di grande valore artistico; prima fra tutte “La Vestizione di S.Antonio di Padova” e “Sant’ Antonio di Padova” del Cavalier d’Arpino. Interessanti opere di impronta popolare sono i 18 ovali in tela dipinta del 1775 che raffigurano la vita e i miracoli di Sant’Antonio. Nella sala attigua “L’incredulità di Tommaso” di Angelo Solimena. Di autore ignoto di fine 1600 è la bellissima tela della Madonna della Salute. La “Guarigione di Tobia” di Girolamo Troppa e il dipinto del “La visione di San Gaetano da Tiene” di Francesco Solimena.  Si ammirano due tele dell’arpinate Paolo Antonio Sperduti: La Circoncisione di Gesù e la Presentazione di Maria al Tempio. Vi si conserva una copia del “Toson D’Oro”munifico dono della poetessa Vittoria Colonna ai frati del Convento.  In ogni tempo il convento adiacente alla chiesa, risalente al XIII secolo, ospitò numerosi religiosi, illustri per santità e dottrina, Fra’ Giacomo Aquensis Diocesis, che fu responsabile di tutti i frati minori della Campania e nel Lazio meridionale, San Bernardino da Siena, San Leonardo da Porto Maurizio, San Benedetto Giuseppe Labre. Il convento francescano è soppresso nel 1652 in virtù della bolla di Innocenzo X, ma subito riaperto, in virtù del decreto “Ut in parvis”, sotto la giurisdizione del Vescovo di Sora. Per decreto 29 giugno 1813, il convento francescano fu adibito ad uso di caserma di Gendarmeria Reale e prigione circondariale. Il Servo di Dio P. Antonio della Madre di Dio, chiese poi al Vescovo Montieri, di far stabilire una comunità di Padri Trinitari, nel Convento di San Nicola ed il 6 aprile 1856 ne presero possesso. Con la Legge del Regno d’Italia 7/7/1866, fu annientata la già fiorente Provincia Trinitaria e quindi soppresso il Convento dei Padri Trinitari ad Arpino. Alla custodia della Chiesa di Sant’Antonio vi rimase il P.Luigi della Madre di Dio, che vi terminò i suoi giorni il 4 novembre 1882, molto rimpianto dalla popolazione. Nel 1861, il convento fu adattato di nuovo a carceri e caserma dei Granatieri di Sardegna fino al 1913.

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