Monastero Benedettino di San Andrea ad Arpino

Monastero Benedettino di San Andrea ad Arpino

L’antico Monastero Benedettino di Sant’Andrea ad Arpino (Frosinone) è attiguo alla omonima Chiesa di Sant’Andrea. Accanto alla piazza del Quartiere Colle sorge l’antico monastero di clausura delle Benedettine. Di esso si ha notizia certa in un rogito sottoscritto dalla Badessa Odda e dalle sue consorelle, risalente al 1249.

Ma la tradizione lo vuole, addirittura, fondato nel VI sec. da Santa Scolastica, sorella di San Benedetto.A prescindere da quanto di artistico è presente nel monastero, storicamente questo cenobio, l’unico femminile delle antiche prepositure benedettine giunto ininterrottamente fino ai giorni nostri, è importantissimo perché ci fa conoscere nelle ottantasette pergamene conservate in Montecassino, la vita claustrale in tutti i suoi aspetti.

La Badessa, coadiuvata da un consilium monialium, secondo la regola benedettina prendeva le decisioni e curava i rapporti con l’esterno. Donativi (salutes) e giornate lavorative (servitia) costituivano i beni del monastero. Per entrare nel convento occorrevano libertà di scelta, irreprensibile condotta, buon ceto sociale. Tra le attività delle suore prevaleva l’arte del ricamo; oggi il monastero è divenuto centro di incontri di studio nell’organizzazione dell’Oasi Benedettina Maria Santissima.
La struttura più antica è quella dei magazzini, delle cucine e del refettorio. Bello è il Chiostro con un porticato su cui si aprono gli ambienti della comunità. Ma questa parte purtroppo non è visitabile a motivo della clausura. Il monastero ha avuto, nel corso dei secoli, diversi rifacimenti.

Tra le opere custodite importante è il Crocifisso, recentemente restaurato. Esso si presentava, prima dell’intervento conservativo, come un dipinto ad olio su tela inchiodata al supporto ligneo. Ma in fase di restauro, sotto la tela, sulla tavola, furono trovate tracce di un altro dipinto a tempera. Esso rappresenta il Christus triumphans, inchiodato alla Croce, con espressione ieratica e con volto circondato dal nimbo crocigero. Entro i capicroce sono raffigurati episodi della passione. Esso risale sicuramente al Trecento ed è di Scuola Toscana e Umbra, forse portata in Arpino da una comunità di Francescani. La tela, ad olio, che ricopre il dipinto trecentesco, in parte ricalca l’iconografia della croce medioevale con stile naturalmente differente e può esser fatta risalire alla fine del secolo XVI. 

Nella Sala dei Convegni possiamo ammirare quest’opera e l’affresco raffigurante Sant’Andrea che ornava la lunetta sovrastante il portale dell’omonima chiesa.

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