Castelnuovo Parano: Cappella del SS. Sacramento

{slider InformaIL PAVIMENTO DELLA CAPPELLA DEL SS. SACRAMENTO

La Cappella, sita accanto al campanile, a sinistra dell’ingresso, consacrata al SS. Sacramento, appartenne come detto, alla confraternita del Corpo di Cristo. Il pavimento che si presenta piuttosto rimaneggiato e che ha subito vari rifacimenti in qualche tratto, doveva essere ad esagonette di cm 14×23 circa, disposte l’una accanto all’altra a nido d’api, e decorate a cellula unica ovvero con decori indipendenti tra loro. La decorazione appare ancora leggibile sulle riggiole poste ai lati della cappella, mentre nella parete centrale alcune di esse furono sostituite

Con mattonelle smaltate di produzione napoletana di cm 20×20 con decorazione settecentesca, ed una serie di esagonette, provenienti evidentemente da altra area dell’edificio e riutilizzate nel rifacimento per realizzare una fascia di cm 27x 122, separata dalle stesse riggiole settecentesche e delimitata con una cornice di mattonelle smaltate di cm 12×21.

IL PAVIMENTO AD ESAGONETTE

In totale le esagonette presenti nella cappella, tra quelle leggibili e non, dovrebbero essere una settantina, di cui solo 17 utilizzate sulla predella dell’altare, sono in condizioni di conservazione migliore. Alcune di queste furono volutamente tagliate nella messa in opera per necessità di spazio e per conservare la struttura a nido d’ape. Gli elementi decorativi possono essere generalmente zoomorfi o fitomorfi, con attestazioniabbastanza frequenti di figure muliebri. La decorazione, come detto, indipendentemente da un motivo a spigato che ricorda la corona d’alloro. Per le figure muliebri lo spazio centrale è delimitato anche in alto e in basso da motivi fitomorfi tra riquadrature ed, in caso, da un arco. Il bordo della mattonella è sempre ravvivato, infine, da linee in bruno, verde, blu o giallo, che accentuano la separazione delle immagini nella visione globale dell’impiantito.

Si presentano le schede delle esagonette meglio conservate, rinviando per una analisi completa delle stesse ad un eventuale successivo restauro.

Si riportano i motivi decorativi più leggibili, che sono attestati nella fascia presente sulla predella dell’altare.

Motivi zoomorfi

  1. Orlo ravvivato da linee in bruno, verdee blu; motivo laterale a spigato, dato in bruno tra fasce in blu; al centro un uccello, realizzato in blu giallo ed arancione, è posto tra fiori trilobati; le parti terminali dell’area centrale presentano un motivo a segmenti digradanti, quasi a ricordare il motivo a monticello.
  2. Linee in bruno, verde e blu ravvivano l’orlo della esagonetta; nella fascia centrale è raffigurato un uccello con lunga coda, dato in blu, giallo ed arancione, tra fiori trilobati, motivi a segmenti digradanti e a spigato in bruno; la decorazione differisce da quella della precedente mattonella solo per una presenza meno accentuata dell’arancione e del giallo.l
  3. Frammento di esagonetta, volutamente tagliata; la decorazione è simile a quella della precedente con piccole varianti quali un marcato arancione e la presenza del blu a campire la testa dell’uccello
  4. Tra le solite fasce laterali campite a spigato, al centro è presente l’immagine di una volpe in corsa tra la vegetazione e fiore tirilobato; ai latri è sempre presente il motivo dei trattini ed i colori utilizzati sono sempre gli stessi; da notare che la coda, molto lunga, invade l’area decorata a trattini.
  5. Immagine molto simile alla precedente conl a volpe che guarda all’indietro; l’animale è realizzato in bruno e in blu ed inserito tra la vegetazione, rappresentata da piccoli balzi erbosi e da un fiore.
  6. Orlo dell’esagonetta ravvivato sempre dalle solite linee in bruno, verde e blu fasce laterali campite con motivo spigato; l’immagine centrale è delimitata da una riquadratura in giallo e blu sullo smalto bianco, tipico di tutte queste mattonelle; una volpe, disegnata in blu, avanza tra motivi fitomorfi polilobati, blu
  7. Tra il motivo a spigato in bruno su fascia blu è presente un animale che è leggermente diverso dalla solita volpe, quasi un felino per la posizione in cui è disegnato tra motivi fitomorfi e trattini digradanti; anche in questo caso la coda termina ben oltre l’area stabilita.
  8. Tre linee in bruno, verde e blu delimitano alla periferia l’esagonetta; le fasce laterali a spigato e due riquadrature in giallo e blu, campite a loro volta con motivi fitomorfi e trattini blu, formano uno spazio centrale, rettangolare, in cui è un ritratto muliebre; la figura è realizzata in blu, giallo e bruno, i capelli sono coperti da un copricapo bianco che si porta alla nuca, su un colletto di camicia frastagliato e frangiato blu; il vestito presenta la decorazione a strisce brune; un fiore trilobato è inserito all’altezza del volto
  9. Immagine di figura muliebre molto simile alla precedente sia per quanto attiene la suddivisione degli spazi decorativi che per iparticoalri della figura.
  10. Bordo delimitato da linne in bruno, blu e verde; al centro insiste una figura muliebre con abito a strisce in bruno e copricapo a cuffia che si porta alla nuca ed è legato sotto il mento; l’immagine occupa lo spazio rettangolare delimitato in basso ed in alto da motivi fitomorfi a girali in bruno e trattini digradanti in blu; il solito fiore trilobato è posto davanti al viso.
  11. Figura femminile , posta sempre centralmente, contornata da riquadrature in bglu; si differenzia dalle altre per il copricapo, che è a strie trasversali blu su fondo giallo, e per il colletto della camicia che è frastagliato ed appariscente. Dei motivi decorativi presenti sulle esagonette della cappella, come detto, difficilmente leggibili, si ricordano:

Motivi zoomorfi:

  1. L’area centrale della mattonella è occupata da un uccello con coda e corpo dati prevalentemente in bruno con un tocco di giallo,il motivo zoomorfo è inserito tra fiori trilobati, motivi a trattini digradanti blu e motivo a spigato in bruno su fascia blu.
  2. Tra le solite fasce laterali a spigato in bruno e blu, è rappresentato un animale fantastico in blu, che ricorda un cane con la coda arborata, posto davanti ad un fiore trilobato; ai lati dell’immagine centrale non sono presenti riquadrature né trattini, occupando l’immagine l’intera fascia centrale in basso a destra.
  3. Il solito motivo spigato tra riquadrature delimita la fascia centrale, ove è presente un felino, dato in blu e in giallo, che avanza tra vegetazione; pessimo stato di conservazione
  4. Linee in bruno e in verde delimitano l’esagonetta; l’intero campo è occupato da unj uccello dato in bruno con lunga coda che incede tra vegetazione data in bruno e verde, pessimo stato di conservazione
  5. Fascia centrale dell’ esagonetta delimitata dal motivo a spigato su fascia in blu; al centro è raffigurata una colomba in volo, disegnata in blu e campita in giallo, ai lati sono presenti i trattini digradanti.
  6. esagonetta decorata prevalentemente in blu; le fasce periferiche sono sempre a spigato ed i trattini laterali sdono così frequenti da determinare quasi un’unica fascia blu, nell’area centale è opresente adagiato su una vegetazione in verde, un animale dato in blu e campito e campito con lo stesso colore, che guarda con sospetto all’indietro e che per l’atteggiamento potrebbe essere considerato una lepre.
  7. Il bordo dell’esagonetta, è ravvivato da linee in bruno, verde e blu; l’intero campo decorativo è occupato da un uccello acquatico che nuota tra motivi fitomorfi con fiori.
  8. Nella fascia centrale, delimitata da motivo a spigato in bruno e blu e da motivo laterale a trattini degradanti blu, è disegnato un animale accovacciato, realizzato in blu e campito in giallo con puntinatura in bruno, assimilabile ad un felino, probabile gatto.
  9. Esagonetta molto simile alla precedente con raffigurazione di felino con corpo meno appariscente per il colore.
  10. Le solite linee in bruno, verde e blu delimitano i tre spazi decorativi; centralmente è presente un volto muliebre con copricapo che si porta alla nuca sino a raggiungere il colletto della camicia, che è frangiato; il solito fiore trilobato in verde e giallo è posto davanti al volto; gli spazi triangolari laterali sono campiti con motivi fitomorfi e trattini digradanti.
  11. Bordo ravvivato da linee in verde, bruno e blu fasce laterali con motivo spigato in bruno su fondo blu e verde; le aretriangolari laterali, realizzate con linee in blu e giallo inglobano motivi fitomorfi; al centro l’immagine è data da un volto di donna davanti al solito fiore, che si caratterizza per un copricapoi a bande in blu in giallo, per una camicia con orlo frangiato, che arriva al collo, e per un vestito a strisce brune.
  12. Bordo con linee in bruno, verde e blu; fasce laterali in blu con assenza del motivo spigato su cui in alto si poggia un arco realizzato in bruno e blu; in basso l’area triangolare è campita con motivi fitomorfi ; nello spazio così dellilmitato è presente un volto di donna con copricapo decorato a linee trasversali in bruno e in giallo, camicia con orlo frastagliato e vestito e vestito a strie in bruno.

Motivi fitomorfi

13 – alle fasce laterali, decorate a spigato, si associa nella fascia centrale un motivo a foglia accartocciata, dato in blu e non colorato, ovvero campito in bianco, che si evidenzia sullo sfondo blu.

14 – Il motivo centrale fitomorfo a foglia accartocciata bianca e blu con petalo arancione, è realizzato su sfondo in blu.

15 – Un motivo centrale fitomorfo a foglie polilobate bianche su sfondo blu- verdastro, è inserito come al solito tra due fasce laterali decorate a spigato bruno.

16 – Bordo dell’esagonetta ravvivato come sempre da linee in bruno, verde e blu; la fascia centrale presenta una serie di foglie polilobate bianche, date in blu, e con petali in giallo.

17 – Il campo da decorare, delimitato sul bordo da linee in bruno, verde e blu, è occupato da un reticolo in blu con agli incroci motivi floreali schematizzati, quadrilobati, in blu giallo ed arancione.

Datazione ed area di provenienza

Queste esagonette vanno ad incrementare il numero delle chiese in cui furono utilizzate. Grazie a recenti ricerche, infatti, tra la Campania del Nord ed il Basso Lazio sono stati individualti alcuni edifici religiosi con tracce di impiantiti simili. Si ricordano, oltre alla chiesa dell’ Annunziata di Vasllemaio, già nota agli studi del Donatone, che indicò anche l’artigianato autore dell’impiantito, la Collegiata di Santo Stefano in Galluccio, nell’ alto Casertano, ove si conserva un notevole numero di queste mattonelle, e la chiesa di S. Benedetto e in S. Andrea del Garigliano. Sappiamo, inoltre, che nella chiesa di Santa Maria dell’ Olivella, a S. elia a F.Rapido, nel Santuario di Santa Maria del Piano ad Ausonia, nonché nel piccolo centro casertano di Conca Campania esistevano impiantiti realizzati con le stesse esagonette. Lo studio delle riggioleRegistri di Introiti ed Esiti, hanno permesso di identificare il luogo di produzione delel esagonette e l’individuazione degli artigiani. Già il Donatone aveva indicato il Mastro Nardo Rao quale l’autore dell’impiantito della chiesa dell’ Annunziata di Vallemaio, attribuendolo comunque a produzione napoletana. Sulle esagonette della chiesa era presente un’iscrizione, leggibile in parte attualmente, e riportata dal Pantoni così come da lui letta nel 1946 utilissima per individuare il luogo di produzione e gli autori dell’impiantito. della Collegiata di santo Stefano in Galluccio e della documentazione reperita presso la stessa, in particolare

PER MASTR° NARDO RAO FACTI/
INEIL° SEBASTIANO DE VITO/
VICEnzo De ARPINO CASTELLO D.

S. ANDREA

Nella parte finale è citato il castello di S.Andrea, ovvero S.Andrea di S. Germano, attualmente detto Del Garigliano, che è l’indicazine del luogo di produzione. L’area di produzione, inoltre, è confermata da vari documenti della fine del seicento, in cui sono attestati ceramisti operanti nel piccolo centro del Frusinate, nonché da iscrizioni presenti su un impiantito della fine del XVII secolo nella chiesa di S. stefano di Galluccio e su quello della cappella di S. Antonio in S. Castrese, a Sessa Aurunca. Sappiamo, quindi , di un Mastro Giovanni Antonio di S. andrea di S. Germano, operante nel 1696 e di un Giovanni Antonio d’ Arpino, riggiolaro operante nel 1703.

Inoltre, su un albarello presente nell’ abbazia di Montecassino, dal Donatone ritenuto inizialmente di produzione napoletana, decorato con motivo a nastro, uno dei più frequentemente attestato sulle esagonette prodotte a S. andrea, è riportato ben due volte l’anno 1631, la scritta S. Andrea,ad indicare chiaramente anno e località di produzione. Tutto ciò ha permesso di individuare con certezza una produzione di riggiole e di vasi protrattasi per circa due secoli nel piccolo centro del Frusinate.

Tornando alle nostre esagonette, dalla citata iscrizione oltre ad individuare il luogo di produzione di riggiole e di vasi protrattasi per circa due secoli nel piccolo centro del Frusinate.

Tornando alle nostre esagonette, dalla citata iscrizione oltre ad individuare il luogo di produzione è possibile risalire agli autori delle stesse, realizzate da mastro Nardo con Sebastiano de Vito e Vincenzo de arpino, evidentemente operanti nella medesima bottega. Per la datazione, inoltre ci è utile quanto riportato in un’inventario del 1696, conservato a Montecassino, in cui è utile quanto riportato in un inventario del 1696, conservato a Montecassino, in cui si afferma che una cappella laterale della chiesa di S. Benedetto era pavimentata con mattonelle su cui si leggeva ANNO D. 1576. Di queste mattonelle, che Pantoni definì simili a quelle dell’ Annunziata di Vallemaio, se sono rintracciate recentemente alcune che sono state pubblicate. Ma agli anni Settanta del XVI sec. riportano anche altri dati ricavabili dalle fonti. La chiesa dell’ Annunziata di Vallemaio fu costruita, infatti tra il 1551 ed il 1578. La stessa chiesa di S. Maria della Minerva, di cui ci stiamo occupando, risultava, come già detto, non pavimentata nel 1571, mentre nel 1576 sicuramente lo era, considerato che nella visita pastorale non è più fatto cenno alla problematica che aveva indotto cinque anni prima l’abate ad ordinare al parroco la realizzazione del pavimento. La cappella, inoltre, del SS. Sacramento era della confraternita del Corpo di Cristo, che fu riconosciuta dal papa proprio nel 1575.

Appare chiaro, quindi, che nella seconda metà del Cinquecento la produzione di esagonette smaltate e decorate era fiorente in S. Andrea di S. Germano e che, stando a quanto sinora noto, molti edifici religiosi dell’ area del Garigliano edella Campania del Nord furono pavimentati con queste. I motivi decorativi delle riggiole cinquecentesche della cappella del SS.Sacramento, infine sono molto simili a quelli presenti nelle succitate chiese e si rifanno al repertorio iconografico tardo-rinascimentale della tradizione napoletana che evidentemente, nel piccolo centro del Frusinate arriva in leggero ritardo. Sono presenti comunque raffigurazioni certamente originali e realizzate con ottima tecnica pittorica. Rari sono , infatti, i motivi che presentano qualche errore di esecuzione. Le foglie accartocciate si rifanno alla tradizione degli impiantiti napoletani quattrocenteschi e rappresentano forse il motivo più utilizzato. Tra i motivi zoomorfi sono frequenti i volatili tra vegetazione, a volte anche lacustre, la lepre, inseguita da cani, ed i rettili tra vegetazione, assenti a Castelnuovo. Frequenti sono i felini dal corpo maculato o un cane erborata. Motivi geometrici a graticci, alternati a schematici petali sembrano essere occasionali. Sembra abbastanza raro, invece, la raffigurazione della volpe, che copmpare più frequentemente sul pavimento della nostra cappella del SS. Sacramento insieme ad animali fantastici. Per quanto riguarda le figure femminili si evidenziano alcune varianti tra i vari impiantiti, soprattutto nella gestione e suddivisione dello spazio in cui sono inserite. Nel caso della nostra cappella le aree triangolari periferiche delle esagonette, ottenute dalle riquadrature, sono campite con motivi fitomorfi, ma soprattutto con il motivo a trattini digradanti, ricordanti il motivo a ponticello. Questi trattini sono praticamente attestati a Castelnuovo Parano mentre non sono noti per ora negli altri edifici citati.

Per quanto riguarda l’abbigliamento delle figure muliebri, infine, si riconferma la presenza di camicie con colletto frastagliato o ripiegato in avanti ed aperto, tipici della seconda meta del XVI secolo, dei copricapo colorati in giallo e bruno e dei vestiti anch’ essi a bande in bruno. Quello che colpisce, comunque, è la facilità con cui l’artista decoratore modifica gli atteggiamenti della figura rappresentata, che viene ad essere sempre diversa.

Le riggiole della predella e dell’antepedium dell’altare.

La parte iniziale della predella dell’altare (cm 65×148) ed il paliotto dell’altare (cm.80×125) presentano, come detto, un rivestimento maiolicato realizzato con riggiole di cm 20×20, separate con una cornice dalla fascia delle esagonette appena descritte. La decorazione è quadripartita ed alterna motivi geometrici e fitomorfi. Una stella a sedici punte, punte data con il bruno, il blu e l’arancione, inglobata in uno spazio polibato, si alterna a quattro fiori, realizzati in bruno, giallo, blu ed arancione, che si dipartono da un punto centrale, posti, a loro volta,in un motivo quadrilobato. La cornice che circonda l’area della predella è realizzata con mattonelle dalla misura di cm 21×12 ed è decorata con linee periferiche in bruno giallo e arancio e blu, che delimitano rombi in bianco su sfondo bruno.

Sulla parete dell’altare il decoro sia della cornice laterale che delle mattonelle centrali è identico. Per quanto riguarda la datazione ed il luogo di produzione di queste riggiole risolutivo è il confronto con quelle presenti sulla predella dell’altare dell’ Annunziata di Vallemaio, l’antica Vallefrigida. Qui infatti le riggiole sono perfettamente identiche ed, inoltre sono datate al 1703 e firmate da Mastro Matteo Pardo, che da Napoli si era trasferito a S. Apollinare, paese confinante con S. Andrea al Garigliano, dando cvita ad una nuova bottega. Sappiamo, tra l’altro, che il maestro è sicuramente residente nel piccolo centro del Frusinate già nel 1699 e che vi morì nel 1731. L’attività della bottega dei Pardo continuò con Filippo e con Gaetano, definito phigulus insignis, per tutto il XVIII sec.. Le mattonelle settecentesche della nostra cappella del SS: Sacramento, quindi furono prodotte da Matteo Pardo nelle prime decadi del secolo. Una datazione ad epoca successiva può essere avanzata solo supponendo che i suoi discepoli abbiano riprodotti fedelmente i decori per un ampio periodo. Quasi sicuramente, comunque, le riggiole ornavano la navata centrale della chiesa inizialmente e successivamente furono riutilizzate nella cappella.

Le riggiole ottocentesche

All’ingresso della cappella molte esagonette usurate furono sostituite con riggiole di cm. 20×20, decorate con motivi tipici del XIX secolo. un motivo centrale geometrico è schematicamente circondato da volute in arancione, campite con trattini in blu. Inoltre altre volute in blu creano motivi fitomorfi schematizzati. Inquadrabili nell’ambito della produzione napoletana industriale del XIX sec, non è possibile per il momento risalire alla fabbrica che le produsse per l’impossibilità di leggere il marchio impresso sul retro. Qualche altra riggiola, pure di produzione industriale, fu utilizzata in modo occasionale per completare l’area da sistemare. Ma ci troviamo di fronte ad esemplari comuni, il cui studio può essere rinviato ad altra sede.

(Liberamente tratto da : “I Pavimenti e rivestimenti maiolicati delle chiese di Castelnuovo Parano” di Luigi Di Cosmo -GruppoArcheologico Rufrium Sant’Angelo d’Alife edizione Arti Grafiche Caramanica 2007)

 

(Ultimo aggiornamento: 7 Luglio 2021)

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